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MAMMA BLOGGER: CREDERCI DI NUOVO

1 Febbraio 2018

Credo alla verità e alla vita vera, ai consigli per strada e agli scambi sinceri.  Credo alle mie sensazione  perchè  da sempre so che mi portano nella giusta direzione. Credo a chi non progetta ma si lascia andare. Credo che prendersi troppo sul serio inibisca la sincerità.

Non credo alle definizioni che diventano un condizionamento. Non credo ai mondi  irreali zenzero e cannella e neppure a questo spirito maglioni caldi ed abbracci così diffuso (che è meraviglioso non me ne vogliate), ma decisamente troppo aspirazionale per essere reale. Non credo  a chi parla con un pubblico immaginario che con disinteresse diventa numeri da decantare.

Lo scenario attuale mostra troppe persone intrappolate in una dima di instagram: ovvero in una programmazione organizzata e pianificata ad hoc con filtri,  tag, localizzazioni, teasining annessi, rimandi, uscite, repost.  L’accetto nel lavoro ma in quelli che definiamo i nostri “profili” temo sia un grande errore di condanna all’irreale, alle proprie aspirazioni, a quello con non siamo. Come coppia, come singoli, come genitori.  Non capisco come si possa decidere 10 giorni prima cosa raccontare di se. Così come l’ossessione di raccontare quel qualcosa che non accade.  Oggi so per certo che nell’ultimo anno mi sono distaccata dalla tastiera per questo: il non amore per la costruzione. Io non voglio la perfezione ed ad un tratto forse mi sono sentita inadatta nell’andare controcorrente.   Questa anestetizzante tendenza non faceva per me ma mi ha anestetizzato a mia volta.

C’è chi si incazza e chi si blocca. Io faccio entrambe le cose ma vario a seconda dei soggetti. Tutte le volte che nella vita mi sono sforzata, provavo un soffocamento che generava distacco. Accadeva con tutti i miei fidanzati prima che incontrassi lui, a 28 anni suonati. Arrivava con il lavoro più bello del mondo ma che mi faceva venire l’orticaria per qualcosa che irritava involontariamente i miei nervi e che lasciavo quanto esasperata. Arrivava con l’avere di fianco persone pesanti e logorroiche. Ad un tratto sballo e mi mi ammutonisco.

La storiella la sapete già: ero molto incinta e nel bel mezzo di una maternità anticipata forzata ho aperto Flymamy con un primo post che parlava di un presagio.   Ero io con le miei emozioni che venivamo fuori. Punto! C’era solo la voglia di raccontarmi e di conoscere questo universo di mamme, così attivo e narrativo. Prendere un po’ di distanza dalla moda e parlare di cose più vere. Mi piaceva l’idea di un diario di bordo che sarebbe rimasto, mi piaceva l’idea di condividere questa travolgente esperienza e far si che quell’approccio easy che ho sempre avuto con loro, fosse un po’ un manifesto dell’essere mamma.  Senza perfezionismi e senza convinzioni.

Tutti saremo cambiati in questi mesi di lontananza, ne sono certa. Voi diversi, con altri interessi, altre playlist, altre passioni. Chi più tonico, chi più biondo, chi più scazzato, chi più positivo. Non lo so chi sono in questo momento a dire il vero, ma ve lo racconterò presto. Tornerò in scena. Io, loro sempre uguali ma così diverse e con i capelli come raperonzolo che presto va alle elementari.  Io e lui che ci incazziamo spesso ma che poi ci amiamo sempre. Io e voi che oramai ci conosciamo e sappiamo qualcosa l’uno dell’altro… o forse no.

Lo scopriremo.

 

 

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