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STORIA DI UNO SPANNOLINAMENTO (+video)

7 Settembre 2015

Tema del giorno: lo Spannolinamento. Riflessioni su questa ardua impresa (quasi portata e termine) e qualche consiglio dall’aria saputella, per togliere il pannolino ai vostri piccoli. Cosa fare,che atteggiamento avere…E soprattutto cosa aspettarsi da questo momento.

Volete sapere qual’è stata la  parola chiave nella mia summer 2015? Facile: lo SPANNOLINAMENTO…Guardo on line per capire se questo neologismo è entrato nei vocabolari, ma la lingua italiana, per quanto il suo uso è già abuso, sembra non averlo ancora ufficialmente accolto. Da noi è entrato in campo con un ritardo cronico, all’alba dei 34 mesi, un  giorno d’ estate, un po’ come le zanzare.  Non avevo più pannolini ed allora siamo uscite senza. E’ andata bene…Magicamente…Ed allora mi sono detta: bene iniziamo!. Razionalmente non sapevo che pesci prendere e da dove partire. Irrazionalmente, come quasi tutte le nostre piccole conquiste (quelle che pensi siano l’ Everest), l’ho affrontato…Punto e basta.

Perchè lo spannolinamento mi faceva così paura? Queste sono le mie 3 buone ragioni:

  1. Ho due gemelle, e lo spannolinamento  è doppio. La cosa fa si che si parta demotivati.
  2.  Le mie figlie non sono andate al nido ma quando io ero a lavoro erano gestite più o meno a giorni alterne dalle due nonne con un  modo di fare molto differente.  Mia suocera è su certi aspetti un generale e mia mamma una donna di marzapane. I punti di vista gestionali erano troppo diversi. Penso non combaciabili. (Dico questo perchè un anno primo ho tentato lo stesso test e all’alba del 3 giorno mi sono data un appuntamento con il destino in data da definirsi)
  3.  Infondo avevo ancora 2 scatoloni di pannolini taglia 5 appena comprati…Che fretta c’era…

Ma grazie a quella prima casuale conquista, loro si sono sentite grandi e motivate ed allora da quel dì i  nostri giorni, ore, pensieri…i nostri pavimenti e pantaloncini…sono stati inondati da questo costante pensiero: dovete fare pipi? 

 Perchè questa storia della cacca e pipì ci angoscia? Queste sono  le mie 3 buone ragioni:

  1. Capire quando è il momento giusto della pipì ha un tocco di impresa titanica. Quando meno te l’aspetti. Quando proprio non vuoi lo stimolo arriva. Arriva appena ti sei seduto a ristorante e ti hanno appena portato il cibo. Nel bel mezzo di un discorso, di una telefonata importante. Appena salita in macchina, in treno, in aereo. E’fulminante. Devi scattare, lasciare tutto e buttarti.
  2. Fare la cacca è ancora peggio. Continui falsi allarmi ed ore trascorse  nel bagno sedute sul bidet a fare la cheerleader.
  3. Fare le cose a casa è già complesso, figuriamoci fuori. Io vivo a Milano e qui funziona così: un cane è libero di fare ciò che vuole ma un bimbo no. Quindi abituarle a fare i bisogni open air non è stato tanto un problema per loro, ma per la sottoscritta che si sentiva a disagio e sotto i riflettori quando mi appartavo vicino ad un alberello.

extra lista:

  • Averne due da spannolinare è ufficialmente un’impresa doppia senza sconti.  Anche perché scatta quasi sempre quella cosa che si chiama la contemporaneità. Ma a possibile che la pipì sia contagiosa come uno sbadiglio? La risposta alla luce è di un’analisi degli stimoli pervenuti a casa nostra è si! Si pipù e pupù sono contagiose e quindi al bagno che sia di casa, del supermercato o di un ristorante ci vai rigorosamente in 3 oramai.
  • Lui sosteneva che non era capace di gestire questo nuovo mondo e salvo qualche SOS, su questo aspetto si è comportato un po’ come il padre anni ’50. Ai suoi occhi erano cose da mamma. Me la pagherai!

E adesso non ditemi che ci vuole una settimana perchè in tal caso le cose sono due: o avete avuto fortuna, o mentite spudoratamente. Ci vuole molto di più…e molta più tenacia di quella che avevate messa a preventivo. Morale della favola: tutto si fa ma ci vuole determinazione, pazienza (tanta) lavate di pavimenti a palla, tanti cambi, un po’ di sconforto, tante lavatrici e un pizzico di leggerezza.

E comunque in questo video che ho pubblicato qualche settimana fa sul questa nuova terra di mezzo che oso chiamare il “mio canale youtube” (aiutoooooo…)  Troverete una serie di piccole dritte legate alla mia esperienza..Ogni bambino è a se, e con due gemelle non posso che confermare questo aspetto. Ci tengo a specificare che questi consigli sono stati elaborati a cose quasi fatte, con la calma ritrovata e una sana dose di ottimismo che contraddistingue la mia vita. Quindi se vi viene da dire “facile parlare a cose fatte…”, avete perfettamente ragione! Abbasso le saputelle ma comunque dai…viva i passa parola.

Appropostitoooo…in vacanza ho comprato questo oggettino top. E’ un cessetto portatile, perfetto per il mare e la vita randagia. Vi evita di andare in giro con cacche nel secchiello e farvi odiare da tutta la spiaggia che pensa che vostro figlio/figli siano delle dolci bestioline che marcano il loro territorio. Io l’ho copiato ad una mamma vicina di casa che un giorno si è vantata di questa trovata. Invidiosa dopo qualche settimana, sono andata a comprarmelo in vista delle vacanze salentine che sapevo sarebbero state molto pro spiaggia libera e spirito avventuriero. E così ho iniziato a vantarmi anche io di questo geniale oggetto del desiderio. E’ un prodotto della Ekko e lo trovate in vendita in tutti i negozio Prenatal (ed anche sul loro sito). In caso di bisogno…come si suol dire..semplifica anche lui la vita!

3 mosse: apri, metti sacchetto, butta sacchetto..tatan!

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